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Reattore della Comunità Europea  Figura 12
“High Flux Reactor” (HFR) di     L’ENEA partecipò a vari
Petten                           tests denominati EXOTIC-
                                 8, ma non in EXOTIC-9/1
                                 da cui fu ricavato il grafico
                                 a sinistra.
                                 In questo prato sabbioso
                                 presso il reattore io e Carlo
                                 Alvani fummo attaccati dai
                                 gabbiani del vicino Mare
                                 del Nord, probabilmente
                                 pistammo le loro uova.

Anch’io sono autore di questo lavoro “programmatico” che è stato pubblicato mantre stavo andando
in pensione:
Status and perspective of the R&D on ceramic breeder materials for testing in ITER

Journal of Nuclear Materials, Volumes 367–370, Part B, 1 August 2007, Pages 1281-1286

Ying, M. Akiba, L.V. Boccaccini, S. Casadio, G. Dell’Orco, M. Enoeda, K. Hayashi, J.B. Hegeman, R.
Knitter, J. van der Laan, J.D. Lulewicz, Z.Y. Wen.

Questo campione di palline preparato dai francesi pur avendo caratteristiche molto simile al nostro irraggiato
in EXOTIC-8/9, ha una porosità aperta (1.7./%) nettamente inferiore a quella del campione ENEA di 5.5%.
Questo fatto ha determinato una scelta di specifiche per il “pebble bed” di Li2TiO3 per ITER centrata dal
nostro campione. Non sarà un’industria Italiana a produrlo, ma noi (in primis Carlo) abbiamo contribuito
pesantemente a indicare come deve essere fatto.
Chiudo su questo argomento riportando qualche notizia più recente scovata in rete su alcuni risultati ottenuti
nel Kazakistan, irraggiamento nel reattore nucleare WWR-K per esaminare il comportamento ad alto
consumo di litio (“burn-up” del 26%) sulle palline di Li2TiO3 preparate in Giappone dal nostro amico
Kunihico Tsuchiya (Fig.13).

                                                          AB
Figura 13 – A: la spezzata superiore mostra le variazioni a gradino della temperatura del campione
del Li2TiO3 peble-bed (ordinata a destra) tra 500 ed 800°C, il segnale inferiore mostra come varia la
concentrazione del trizio nel gas di trascinamento He + 0.1%H2 (ordinata a sinistra).
B: Un “Temperature Desorption Spectrum” (TDS), che usa uno spettrometro di massa per
analizzare il trizio e l’elio rilasciati da un campione con Li6 arricchito al 95% irraggiato per 220
giorni a 660 ±10°C nel reattore WWR-K a 6 MW di potenza.

Paragonando Figura 11 a Figura 13-A e Figura 12 a Figura 13-B il nostro campione sembrerebbe
molto più efficace nella velocità di rilascio trizio. Il risultato è tuttavia interessante perché mostra
una marcata differenza tra il meccanismo di rilascio del trizio da quello dell’elio. Riscriviamo
l’equazione (3) mettendo in dettaglio le energie del trizio e dell’elio che si generano dalla reazione
del neutrone con il Li6
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